Molto spesso sento parlare di piante morte apparentemente senza alcun motivo, anzi, a volte, per troppa cura. Una spiegazione potrebbe essere quella data già nel 1870 dall' "anonimo floricultore" nel libro "L'Amante dei Fiori" Suggerimenti e consigli pratici per il giardiniere dilettante.
Cito: "Barbicati i rami, baderà a non adacquare di troppo le piante. E'questa una ragione per la quale spesso periscono: verità che specialmente le donne non vogliono intendere."
L'anonimo floricoltore dà poi tutta una serie di consigli pratici per l'innaffiamento.
"Degli inaffiamenti - Molti credono che quanto più si inacquano le piante, tanto meglio esse prosperino: l'eccessiva umidità è più spesso causa di morte alle piante che si educano in vasi e nelle terrine. Non vuolsi da ciò dedurre che non si abbiano ad inaffiare, ma debbesi cogliere il momento in cui si mostrano bisognose, il che sta in rapporto alla natura loro.
Una importante considerazione è d'uopo fare in generale in riguardo al risultato degli inaffiamenti ed è la temperatra dell'acqua. Quella assai fredda, mmassime attinta dal pozzo, può recare il più grande pregiudizio allorquando fa caldo. E' meglio servirsi, quando non puossi altrimenti, di acqua che venne esposta al sole in una tinozza il giorno innanzi; ma non è sempre dato soddisfare questa condizione, e perciò importerà innalzare la temperatura al grado di quella dell'aria frammischiandovi acqua calda. .....
L'ora per inacquare non è indifferente: in primavera e nell'autunno, cioè a dire quando importa che sia conservato al terreno, durante la notte, il calore del giorno, si inaffierà al mattino perchè il sole abbia il tempo di riscaldare il vaso prima che sopraggiunga il fresco delle notte, ma nell'estate, viceversa, si inacquerà a sera , perchè il fresco dell'inaffiamento possa penetrare durante la notte fino alle radici...."